L’omicidio della propria compagna è un crimine devastante. Le stime indicano che in media 4 donne su 1 milione di abitanti vengono uccise dai loro partner ogni anno. Il femminicidio lascia quelle donne senza parole e senza vita, ma distrugge anche la vita di migliaia di neonati, bambini, adolescenti che improvvisamente perdono la madre in uno dei modi più atroci: infatti l'assassino è 8 volte su 10 il loro padre.
Questi bambini sono vittime che devono fare i conti con il trauma della violenza e del dolore associato con la perdita di entrambi i genitori contemporaneamente, perché uno ha deliberatamente ucciso l'altro, con la destabilizzazione e l'insicurezza di dove e con chi vivranno, e spesso con enormi conflitti interiori.
Inoltre, sono ad alto rischio di disturbo da stress post-traumatico cronico, di suicidio, delinquenza, abuso di sostanze, depressione.
Molto poco si sa su questi bambini: chi sono, che cosa è loro successo, come stanno a distanza di cinque e dieci anni dopo l'omicidio, di quale sostegno hanno realmente bisogno e quali linee guida possono essere seguite dai professionisti e dalla politica.
Il femminicidio è un crimine contro l'umanità e questi orfani sono le voci rimaste in vita di chi è stata uccisa.
Chi sono? Quando è successo? Cosa è loro accaduto riguardo ai problemi di custodia, psicologici, e delle conseguenze psichiatriche, al "marchio" sociale ed individuale?
Essi sono la parte dimenticata che ha pagato il prezzo più alto del crimine.
SWITCH-OFF affronta le esigenze dei figli delle vittime di femminicidio, analizzando i fattori di rischio e di protezione e sviluppando le linee guida per i professionisti, un sito web dedicato a fornire anche consulenza e sostegno, e raccomandazioni a livello europeo per i decisori politici che lavorano sul problema. I beneificiari ultimi sono questi orfani mentre il target a cui è direttamente rivolto sono tutti i professionisti che affrontano questi temi.